Un progetto personale sul mito di Aracne.
“Vivi pure, ma penzola, malvagia, e perchè tu non stia tranquilla per il futuro, la stessa pena sia comminata alla tua stirpe e a tutti i tuoi discendenti!”
Detto questo, prima di andarsene la spruzzò di succhi di erbe infernali, e subito al contatto del terribile filtro i capelli scivolarono via, e con essi il naso e gli orecchi; e la testa diventa piccolissima, e tutto il corpo d’altronde s’impicciolisce.
Ai fianchi rimangono attaccate esili dita che fanno da zampe.
Tutto il resto è pancia: ma da questa, ARACNE riemette del filo e torna a rifare – ragno – le tele come una volta.